Possiamo immaginare di riposizionare i dati e il calcolo nelle nostre società? Trasformarli da asset di un’industria prevalentemente estrattiva in qualcosa che contribuisce positivamente al benessere per costruire relazioni ed empatia, solidarietà e partecipazione, conoscenza e informazione, produzione e condivisione?
Come può la grande disponibilità di dati e la potenza di calcolo delle intelligenze artificiali aiutarci a sviluppare “sensibilità aumentate” con cui percepire, comprendere e affrontare i fenomeni complessi del nostro mondo globalizzato, come il cambiamento climatico, le migrazioni, la povertà?
E come è fatta un’azienda che fa tutto questo per mestiere?
Le risposte a queste domande nell’articolo scritto da Salvatore Iaconesi e Oriana Persico.
L’articolo completo qui.
cheFare – 21 ottobre 2019.