LE SFIDE

Internet of Things e Intelligenza Artificiale

Una nuova rivoluzione è alle porte.

Secondo gli esperti i suoi effetti saranno ancora più profondi di quelli generati dall’arrivo nella nostra quotidianità del personal computer: l’Internet of Things (IoT) reinventerà il modo in cui abitiamo gli spazi domestici, ma troverà applicazioni professionali che disegneranno un nuovo modello di industria, con rapporti ancora inediti tra l’uomo e la macchina.

Il Piano Nazionale Industria 4.0, ed il bando recentemente pubblicato dal MISE per la costituzione di Centri di competenza ad alta specializzazione industriale sono chiari esempi dell’attenzione delle istituzioni italiane, oltre che europee, nei confronti di quello che diventerà presto un cardine dello sviluppo industriale.

Sarà necessaria un’attenta riflessione su questo passaggio, da tradurre in azioni secondo una dimensione etica, sociale e politica che godrebbe grandissimo beneficio da un approccio di stampo olivettiano.

LEZIONI DAL PASSATO: LA RELAZIONE UOMO MACCHINA

Nella storia della Olivetti – già con Camillo e in maniera ancora più marcata con Adriano – la fabbrica si è sempre proposta come strumento di emancipazione della persona e della comunità.

La fabbrica di beni fu chiamata a trasformarsi in una fabbrica di Bene, per distribuire non soltanto prodotti e stipendi, ma anche servizi sociali, cultura, democrazia, bellezza. Lo rese possibile l’applicazione di modelli organizzativi e sociali che – ridefinendo il rapporto tra l’uomo e la macchina – temperassero, da una parte, la fatica, la ripetitività e l’alienazione del lavoro e, dall’altro, mettessero la fabbrica al servizio di un nuovo modello di Comunità.

Quando oggi ci chiediamo come faremo per assicurarci che le nuove esorbitanti possibilità tecnologiche migliorino la società nel suo complesso e riflettiamo su come evitare che la nuova generazione di prodotti tecnologici sia troppo invasiva, non facciamo altro che percorrere la strada che a Ivrea già si era intrapresa.

Umanizzare la tecnologia è la sfida che la digitalizzazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ci pongono per il prossimo futuro, e l’approccio olivettiano può essere considerato come l’archetipo di un modo di fare innovazione che metta al centro l’uomo: i suoi bisogni, le sue aspirazioni, le sue sensibilità.

Non si tratta solo di fare prodotti di successo per il mercato globale: il nostro futuro digitale è pieno di sfide sociali, morali ed etiche.

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“Il progresso è ormai il nostro più importante prodotto.”
Anonimo con Lettera 22, Quinta Strada, N. Y.